Riabilitazione del Tendine d’Achille

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Quanto è lunga la riabilitazione del Tendine d’Achille in seguito alla sua rottura. Cosa fare in caso di lesione completa e quali trattamenti eseguire.

La Nazionale Italiana di Calcio conquista la semifinale dell’Europeo 2021 battendo il per Belgio 2-1, tuttavia perde uno dei protagonisti di questo torneo per la rottura del Tendine d’Achille: Leonardo Spinazzola.

Ma cosa è successo al difensore dell’Italia?

Scopriamo insieme cos’è e come funziona il Tendine di Achille.

Il dottor Alessandro Pesce, fisioterapista della Nazionale Italiana di scherma, ci spiega: “il Tendine di Achille è un tendine molto resistente che collega il muscolo del tricipite della sura (polpaccio) al calcagno.

La principale causa di una sua rottura è una violenta contrazione dello stesso muscolo che allunga il tendine fino al punto di strappo o rottura, provocando dolore e impossibilità di camminare e poggiare il piede a terra.

Il più delle volte, specialmente se si tratta di un paziente sportivo, il trattamento è preferibilmente chirurgico e consiste nella tenorrafia termino-terminale, intervento chirurgico che consiste nella sutura dei due segmenti tendinei recisi”.

Riabilitazione del Tendine d’Achille

A circa 4 settimane dall’intervento avrà inizio il percorso riabilitativo che come primo obiettivo avrà la gestione del dolore e del riassorbimento dell’edema attraverso l’utilizzo di terapie strumentali come ad esempio tecar terapialaser ad alta potenzalimfa e cryomag.

Dopo di che si avrà il recupero graduale dell’articolarità della caviglia (fondamentale non forzare la dorsiflessione per evitare un allungamento del tendine) e del corretto schema del passo.

Molto utile per un recupero veloce ed ottimale sarà alternare sedute di fisioterapia a sedute di idrokinesiterapia.

Successivamente, avrà inizio una seconda fase in cui oltre al recupero completo dell’articolarità verrà inserito nel programma riabilitativo il rinforzo progressivo del tendine e di tutta la muscolatura dell’arto inferiore come gemelli, soleo, tibiali, peronieri, quadricipite e hamstrings, attraverso lo svolgimento di esercizi di forza concentrica ed eccentrica sia a corpo libero che con l’utilizzo di piccoli e grandi attrezzi quali elastici, palla, cyclette e tapis roulant.

In questa fase sarà importante eseguire anche esercizi propriocettivi a difficoltà crescente con meduse e tavolette per garantire alla caviglia una buona stabilità.

Infine si procederà con il recupero di corsa, balzi e gesti tecnici che garantiranno all’atleta un ottimale rientro in campo.